Voci della Grande Guerra

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1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
12L’abitudine al lavoro e alla disciplina, — l’altissimo livello di coltura, — la volontà di rimanere uniti, - nessuna di queste qualità potrebbe essere dissipata da una disfatta militare, per quanto disastrosa.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
13Si tratta di capacità individuali, indipendenti dalle vicende della politica nazionale.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
14Caso mai, i vinti, dopo la sconfitta, dovendo pagare le spese della crisi, saranno costretti ad un grande e lungo sforzo di lavoro e di sacrificio:
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
15dovranno cioè raffinare le proprie attività produttrici e perfezionare l’organizzazione commerciale:
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
16dovranno cioè migliorare le loro capacità individuali per far fronte ai nuovi bisogni.
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Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
17Si vuole strappare alla Germania qualche provincia tedesca, annettendola agli Stati vicini:
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
18— Salvo che non si tratti di frammenti territoriali di scarsa estensione, il resultato di siffatte conquiste sarebbe che i conquistatori non avrebbero conquistato che gravissime difficoltà nella loro amministrazione interna, per governare questi sudditi di altra lingua e di altra mentalità.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
19E anche ammesso che col tempo queste provincie si lasciassero snazionalizzare, i tedeschi superstiti in una Germania, fosse pure diminuita, sarebbero sempre abbastanza numerosi per mettere a rischio la sicurezza di tutti i vicini.
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Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
20Parlano alcuni di sciogliere la Confederazione germanica, «ritornando al Trattato di Westfalia», cioè al 1648, quando la Germania fu sminuzzata in 300 Stati sovrani, aventi il diritto anche di guerreggiarsi.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
21— Ma queste sono illusioni fanciullesche.
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Salvemini, Gaetano
1917
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22— Anche ammesso che nel Trattato di pace fosse resa obbligatoria la fine della Confederazione, chi impedirebbe ai popoli dei singoli Stati di volere rimanere uniti:
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
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23chi impedirebbe ai principi di tenersi segretamente d’accordo, per marciare da capo insieme, alla prima occasione:
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
24— Gli uomini politici dell’Intesa, che pubblicano questo genere di proposte fantastiche, si assumono una grande e non invidiabile responsabilità:
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
25offrono al Governo tedesco argomenti per eccitare il popolo tedesco a una lotta più tenace, perché disperata.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
26Le compagini nazionali, quali si sono selezionate in Europa, attraverso la storia medioevale e moderna, sono oramai formazioni permanenti, che nessuna prepotenza e nessun arbitrio possono disfare.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
27Documento caratteristico di questa verità:
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Salvemini, Gaetano
1917
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28— la Polonia;
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
29— questa morta che sempre risorge e che dopo un così lungo silenzio sepolcrale si ripresenta oggi nella storia, col suo sentimento nazionale intatto, come una forza attiva di prim’ordine, che i tre antichi oppressori debbono oggi cercare di propiziarsi a gara per impedire che il partito avversario riesca a utilizzarla.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
30Per arrivare allo «schiacciamento perpetuo» della Germania, bisognerebbe fare a pezzi tutta o quasi tutta la Germania, distribuendola fra i vicini.
1917, Salvemini, pp. 1-14
Salvemini, Gaetano
1917
Delenda Austria
31Ma, a parte che con questo la Intesa dimostrerebbe ingannatrici le sue proteste di lottare per i diritti delle nazionalità, e darebbe ai suoi proclami lo stesso valore di «pezzi di carta», che dà ai suoi trattati la Germania, e scenderebbe allo stesso livello morale, a cui è precipitata la Germania, — a parte queste considerazioni ideali, che hanno anch’esse una grande forza reale, perché i principî di giustizia e di diritto esistono nella coscienza dell’umanità, ed agiscono e reagiscono come forze reali ed è grande errore deriderli o ignorarli — e la Germania se n’è avvista nella questione del Belgio e nei suoi rapporti con l’Italia —;