L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #21
Autore | Croce, Benedetto |
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Professione Autore | Intellettuale, filosofo, storico |
Editore | Laterza |
Luogo | Bari |
Data | 1950 |
Genere Testuale | Saggio |
Biblioteca | Biblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 358 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 358 |
Parti Gold | 207-226 (20) |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
e se, tra quelli che un giorno pur torneranno alla vita civile, i più gagliardi di spirito non solo potranno rifarsi abbastanza rapidamente della lunga interruzione, ma sapranno anche trarne motivi di nuovo ed originale vigore, è da temere che i molti, i meno forti, ma tuttavia indispensabili alla cultura generale, saranno irremissibilmente sviati o avviati ad altri più umili o più pratici modi di vita.
Né teniamo conto delle previsioni (che speriamo restino previsioni), fatte da parecchi osservatori e ricercatori sulla disabitudine che la guerra odierna sarà per produrre nell’iniziativa morale e mentale, che la vita civile quotidianamente richiede ed eccita, e sulla difficoltà, e talora l’impossibilità, del riadattamento.
Ma, intanto, quasi peggiore è la condizione di coloro che sono rimasti a casa, frementi per le fortune delle loro patrie, tesi nell’ansia per la sorte dei loro cari o straziati per le perdite sofferte, turbati o impediti nella loro attività consueta, ricondotti in ogni istante al pensiero della guerra, e non udendo per anni ed anni parlare d’altro e non d’altro parlando.
Dove sono più intorno a noi gli occhi lampeggianti d’intelligenza, le calde parole, gli arditi disegni, l’arguto riso, che udivamo già negli anni da cui un abisso ci divide:
In loro luogo, volti affaticati, occhi spenti, intelletti ottusi, e prontezza ad accettare come realtà ogni bubbola che si racconti, e come verità ogni più rozza e sgangherata dottrina, che uomini fanatici o ignoranti vengano asserendo.
E queste considerazioni giustificano (per ripassare dal grande al piccolo) il proposito che per parte nostra adottammo, nella nostra piccola cerchia, di far sì che non si spezzasse o sperdesse il filo faticosamente intrecciato nell’ultimo periodo di pace, e di seguitarlo a lavorare per la nostra parte, e meglio ancora di prima, per conto cioè anche di quei nostri compagni intellettuali che erano stati chiamati ad adempiere il dovere militare verso la patria.
In giornali e in libri, e non solo italiani ma forestieri, si è stampato che noi avevamo consigliato ai giovani italiani di non darsi pensiero della guerra e di scrivere, durante la guerra, «libri di archeologia»;