L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #65
Autore | Croce, Benedetto |
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Professione Autore | Intellettuale, filosofo, storico |
Editore | Laterza |
Luogo | Bari |
Data | 1950 |
Genere Testuale | Saggio |
Biblioteca | Biblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 358 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 358 |
Parti Gold | 207-226 (20) |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Politica inoffensiva, e che è, forse, anch’essa letteratura...
Leggevo, dunque, alcune settimane fa, un libro sulla moderna storia italiana, dovuto a uno storico austriaco (del resto, assai riguardoso pel nostro paese), e vi trovavo la tesi: che l’Italia sarà salvata «contro la minoranza che ha fatto il Risorgimento e ha governato la sua recente storia» dai lavoratori e dal partito socialista, dal «popolo».
Ora io non intendo dir verbo che suoni ingiurioso all’on. Giolitti, perché ho per massima che gli uomini politici possono essere combattuti, e anche aspramente, e magari con l’ingiuria, dagli uomini politici; ma che chi è fuori della politica attiva non deve scagliar loro, come pur troppo si usa, vituperî, che sono iniqui perché vengono da irresponsabili.
Nessuna ingiuria, dunque;
ma è un fatto che, nel leggere il libro dell’austriaco, io ho pensato che la sua tesi è, in fondo, la stessa del recente discorso al Consiglio provinciale di Cuneo.
E questa coincidenza mi è parsa la più grave critica di quel discorso, del quale (pur concedendo le migliori intenzioni nell’oratore) è difficile disconoscere la non buona efficacia nei disordini di Torino e nel fermento che si è notato in altre parti d’Italia.
Ma, passando di pensiero in pensiero, io ho anche riflettuto che i giornali conservatori e liberali, indulgendo a un’enfasi rettorica certamente simpatica, vengono da un pezzo descrivendo un fatto che non esiste, e rischiano di crearlo (ossia di crearne le cattive conseguenze), a forza di descriverlo: