L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #73
Autore | Croce, Benedetto |
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Professione Autore | Intellettuale, filosofo, storico |
Editore | Laterza |
Luogo | Bari |
Data | 1950 |
Genere Testuale | Saggio |
Biblioteca | Biblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 358 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 358 |
Parti Gold | 207-226 (20) |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Il fatto, che non esiste, si compendia nella frase, che vorrebbe essere piena di senso profondo ed è insulsa:
— La guerra, la fanno i contadini.
— La quale ho udito riecheggiare da contadini, non con accento di orgoglio ma di tristezza e di rancore, in questa forma:
«Solo noialtri cafoni siamo buoni ad essere ammazzati».
Ora, se si vuol intendere, con quella frase, che nell’esercito combattente i contadini prevalgono di numero, si dice cosa indubitabile, ma che non significa nulla, perché, anche in tempo di pace, contadini e lavoratori delle braccia costituiscono la maggioranza numerica della popolazione.
Ma se poi invece si vuol intendere che i contadini vanno alla guerra e i borghesi restano a casa, si asserisce il falso, perché ciascuno di noi, che pur viviamo tra borghesi grossi e piccoli e non tra contadini, guardandosi attorno, vede i suoi famigliari, i suoi parenti, i suoi amici, tutti sotto le armi, e molti di essi uccisi, molti feriti, molti distinti per valore.
Le migliaia e migliaia di ufficiali, che questa guerra ha richiesto, sono state fornite, con mirabile prontezza, dalla borghesia, credo, e non dai contadini.