L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #115
Autore | Croce, Benedetto |
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Professione Autore | Intellettuale, filosofo, storico |
Editore | Laterza |
Luogo | Bari |
Data | 1950 |
Genere Testuale | Saggio |
Biblioteca | Biblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 358 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 358 |
Parti Gold | 207-226 (20) |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Mi si condonino queste notizie personali, perché da una parte servono a prevenire rinfacci altrettanto volgari quanto ingiustificabili, e, dall’altra, avvalorano forse ciò che verrò dicendo.
Chi ha ricercato le storie d’Italia senza appagarsi della superficiale e convenzionale cognizione che se ne somministra nelle scuole, non ignora che una delle tacce più antiche e persistenti, anzi la principale e quasi unica taccia, data agli italiani dagli altri popoli d’Europa, e specie dai francesi e dai tedeschi, era quella d’«imbelli».
Questo giudizio si formò soprattutto sul cadere del secolo decimoquinto, per effetto della resistenza nulla o fiacca opposta agli stranieri, nelle loro calate nel nostro paese, che divenne il loro campo di battaglia;
ma se ne trovano i segni precursori nel medioevo, quando, tra l’altro, era divulgato in Europa l’apologo del «Lombardo e la lumaca», e i duri e ferrei feudatarî d’oltr’Alpe spregiavano gli italiani borghesi, «che cinsero pur ieri — Ai lor mal pingui ventri l’acciar de’cavalieri».
Né esso poteva essere cancellato dallo spettacolo che generalmente offrirono gli Italiani nella nuova calata francese, non piú regia ma repubblicana, sul finire del settecento e nelle vicende della restaurazione;
e di poco fu modificato dalle guerre, non sempre concordi, tenaci o fortunate, del nostro Risorgimento.
Quanto questa taccia fosse penosa, attestano le moltissime scritture, che particolarmente fra il 1830 e il 1848, presero a ribatterla, passando a rassegna i fulgidi episodî del valore guerresco italiano, nell’età comunale, nello stesso Rinascimento, e, molto più, nel recente periodo napoleonico.