L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #134
Autore | Croce, Benedetto |
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Professione Autore | Intellettuale, filosofo, storico |
Editore | Laterza |
Luogo | Bari |
Data | 1950 |
Genere Testuale | Saggio |
Biblioteca | Biblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 358 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 358 |
Parti Gold | 207-226 (20) |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Perciò Marat, in una delle sue allocuzioni, esprimeva il desiderio di avere intorno a sé non piú che «trecento Napoletani, con le braccia nude, armati di pugnali», per rassodare definitivamente la Rivoluzione in Francia:
II
Ma la taccia era vera ed era inconfutabile, intesa nel suo senso riposto e profondo:
cioè in quanto ridiceva, in altra forma, che agli Italiani era mancata la coesione in un forte Stato, del quale la virtù militare è l’esponente.
Gli stessi esempî, che si recavano in contrario, avevano il carattere di eccezioni, confermanti la regola:
ossia dimostravano che, sempre che si era avuto in Italia uno Stato forte (per es., quello della Corona sabauda), o un sentimento di orgoglio nazionale, o almeno di spirito di corpo, si era benissimo combattuto.
Nel 1798 - 99 l’esercito napoletano andò in rotta al primo urto col francese;