Voci della Grande Guerra

Kobilek: giornale di battaglia Frase: #23

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AutoreSoffici, Ardengo
Professione AutoreScrittore, pittore
EditoreVallecchi
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot206
N Pagine Pref
N Pagine Txt206
Parti Gold7-28 (22)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

infonde sicurezza in chi gli sta vicino o dipende da lui, tant’è vero che bastò la sua breve presenza fra noi per infondere in ognuno un nuovo senso di serenità e di decisione.

La serata cominciata, come ho detto, con qualche imbarazzo, col silenzio impacciato di quasi tutti, subalterni e ufficiali superiori si animò a poco a poco e finì in una propagazione di gaiezza, magari eccessiva.

Pregati dal maggiore Casati, alcuni colleghi cantarono in coro canzonette piuttosto ardite che un sottotenente accompagnava a suon di chitarra:

un altro sottotenente rappresentò una specie di farsa militare parodiando da solo i diversi tipi caratteristici di un reggimento che sfila — il sonator di pistone, di clarino, di grancassa, di piatti; il comandante di plotone; il fante, curvo sotto il peso dello zaino e dell’armi; il comandante di battaglione, a cavallo, salutante eroicamente al passaggio.

Io stesso dovetti, sebbene mi paresse un po’arrischiato, recitare alcuni dei volgarissimi, ma infatti geniali, sonetti fiorentini del Vamba.

Il generale si divertì molto:

lo vedevo che seguiva sospeso le strofe delle canzoni, i versi dei sonetti, gli atti comici e quando arrivava la barzelletta finale, il frizzo di chiusa, lo sgambetto bislacco della fine, rideva, e con un tale abbandono, con una cordialità così piena che fui colpito di ritrovare anche in lui quel fondo fanciullesco proprio degli uomini veramente geniali, aperti a tutte le meraviglie e che un balocco diverte, qualunque sia la solennità delle loro cariche.