Kobilek: giornale di battaglia Frase: #50
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Era vestito di un ampio impermeabile grigio, diritto, un poco a forma di campana, con un colletto alto e rigido che sembrava rialzare la faccia patrizia, pallida nel nero della barba e illuminata dai grandi occhi scuri, fermi sotto la visiera dell’elmetto lucido grondante di pioggia.
La scatola della maschera ch’egli portava a tracolla, e un lungo bastone ferrato a cui si appoggiava come un pastore, aumentavano quel suo aspetto nobile e guerriero.
Ho detto: per la prima volta, ed ora penso che forse non è vero.
Già a Cosbana, una mattina di esercizi tattici, in un pianoro sulla cima di un poggio, l’avevo visto dritto nel cerchio dei soldati seduti sull’erba, assumere a un tratto questo carattere d’autorità concentrata.
Aveva cominciato a parlare al battaglione così riunito, pacatamente, quasi a stento e come cercando con fatica le parole, dondolandosi sur un piede e sull’altro come se pesticciasse il terreno:
poi, animandosi a poco a poco, aveva cominciato a raffermare il discorso, a condensar le frasi, a lanciare le idee con voce sempre più chiara e sonora accompagnandole con un gesto via via più caloroso, finchè alzatosi al disopra di tutti era arrivato a una pienezza d’eloquenza italiana che aveva lasciato la truppa e noi ufficiali come sotto l’impressione di un comando implicito ed imprescindibile.
Qui, codesta impressione viene confermata e in un certo senso concretizzata nella sua figura corporale.