Voci della Grande Guerra

Kobilek: giornale di battaglia Frase: #55

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AutoreSoffici, Ardengo
Professione AutoreScrittore, pittore
EditoreVallecchi
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot206
N Pagine Pref
N Pagine Txt206
Parti Gold7-28 (22)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

poi, animandosi a poco a poco, aveva cominciato a raffermare il discorso, a condensar le frasi, a lanciare le idee con voce sempre più chiara e sonora accompagnandole con un gesto via via più caloroso, finchè alzatosi al disopra di tutti era arrivato a una pienezza d’eloquenza italiana che aveva lasciato la truppa e noi ufficiali come sotto l’impressione di un comando implicito ed imprescindibile.

Qui, codesta impressione viene confermata e in un certo senso concretizzata nella sua figura corporale.

Dal momento della sua apparizione improvvisa ho sentito, per esempio, che la nostra antica amicizia non è più la stessa:

le nostre relazioni saranno d’ora innanzi più severe, secondo una segreta influenza dei nostri gradi rispettivi.

Mentre il temporale durava ancora, la mensa è arrivata, e, alla meglio come i soldati, ci siamo accomodati per mangiare sotto la tettoia provvisoria di un reparto del genio aperta da tre lati all’intemperie, seduti su casse rovesciate, su sacchi, su materiale da blindamento, stretti gli uni agli altri, nella sferza di un’acqua di traverso che bagnava la tavola, le vivande, il pane, annaffiava i nostri visi, le mani, inzuppava tutto.

Ma l’allegria è stata generale e continua.

Ho letto nel volto raggiante di Casati tutto il piacere di trovarsi, con tutti noi, ma specialmente con me, qui, in queste straordinarie circostanze.