Kobilek: giornale di battaglia Frase: #56
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Qui, codesta impressione viene confermata e in un certo senso concretizzata nella sua figura corporale.
Dal momento della sua apparizione improvvisa ho sentito, per esempio, che la nostra antica amicizia non è più la stessa:
le nostre relazioni saranno d’ora innanzi più severe, secondo una segreta influenza dei nostri gradi rispettivi.
Mentre il temporale durava ancora, la mensa è arrivata, e, alla meglio come i soldati, ci siamo accomodati per mangiare sotto la tettoia provvisoria di un reparto del genio aperta da tre lati all’intemperie, seduti su casse rovesciate, su sacchi, su materiale da blindamento, stretti gli uni agli altri, nella sferza di un’acqua di traverso che bagnava la tavola, le vivande, il pane, annaffiava i nostri visi, le mani, inzuppava tutto.
Ma l’allegria è stata generale e continua.
Ho letto nel volto raggiante di Casati tutto il piacere di trovarsi, con tutti noi, ma specialmente con me, qui, in queste straordinarie circostanze.
Più tardi, in un giro che abbiamo fatto insieme fra i nostri uomini, già sistemati con miracoli d’industria al riparo di qualche asse, dei teli da tenda fissati con nulla lungo un muro, a ridosso di un ciglio, tesi dal peso obliquo del fucile ritto nella melma, ed abbiamo ammirato tutta la loro inventiva, la pazienza, la calma e anche la loro bontà e rassegnazione di gente abituata a tutto, mai scorata se trattata umanamente e con giustizia.