Voci della Grande Guerra

Kobilek: giornale di battaglia Frase: #58

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AutoreSoffici, Ardengo
Professione AutoreScrittore, pittore
EditoreVallecchi
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot206
N Pagine Pref
N Pagine Txt206
Parti Gold7-28 (22)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

le nostre relazioni saranno d’ora innanzi più severe, secondo una segreta influenza dei nostri gradi rispettivi.

Mentre il temporale durava ancora, la mensa è arrivata, e, alla meglio come i soldati, ci siamo accomodati per mangiare sotto la tettoia provvisoria di un reparto del genio aperta da tre lati all’intemperie, seduti su casse rovesciate, su sacchi, su materiale da blindamento, stretti gli uni agli altri, nella sferza di un’acqua di traverso che bagnava la tavola, le vivande, il pane, annaffiava i nostri visi, le mani, inzuppava tutto.

Ma l’allegria è stata generale e continua.

Ho letto nel volto raggiante di Casati tutto il piacere di trovarsi, con tutti noi, ma specialmente con me, qui, in queste straordinarie circostanze.

Più tardi, in un giro che abbiamo fatto insieme fra i nostri uomini, già sistemati con miracoli d’industria al riparo di qualche asse, dei teli da tenda fissati con nulla lungo un muro, a ridosso di un ciglio, tesi dal peso obliquo del fucile ritto nella melma, ed abbiamo ammirato tutta la loro inventiva, la pazienza, la calma e anche la loro bontà e rassegnazione di gente abituata a tutto, mai scorata se trattata umanamente e con giustizia.

Finito di piovere, siamo andati a fare una passeggiata sulla bella via di Zagora lungo l’Isonzo, il fiume ormai più diletto al cuore di noi italiani nuovi.

Ci hanno commosso, in riva al fiume, a piè del monte Kuk le tombe dei soldati morti, ornate di oleandri e di giaggioli dagli amici superstiti.