Voci della Grande Guerra

Kobilek: giornale di battaglia Frase: #90

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AutoreSoffici, Ardengo
Professione AutoreScrittore, pittore
EditoreVallecchi
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot206
N Pagine Pref
N Pagine Txt206
Parti Gold7-28 (22)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

Scostatomi dalla truppa vinta dalla stanchezza, arrovesciata ansante nell’oscurità fra gli sterpi e i sassi, andai a sedermi solo in un appostamento da vedetta, una specie di nicchia fatta di pietre di una bianchezza mortuaria, circondata di fili spinati, di rami tronchi, e lì m’indugiai ad ammirare il tetro squallore di quelle fratte, dei precipizi poco tempo fa pieni d’insidie e di strazi.

Il terreno sparso di fondelli di shrapnel, di schegge omicide, forse di bombe inesplose, riempie ancora l’animo d’apprensioni e di paure.

Il vento della sera che moveva nel buio i rami divelti, spennacchiati, arsi, mi faceva immaginare con malinconia, e quasi provare il terrore delle povere creature che dovettero per ore e ore restare in quello stesso posto, vigilanti, sentendosi di continuo la morte addosso;

forse agonizzarvi.

Restai in quella solitudine sconosciuta, rabbrividendo per il ghiaccio alla schiena del sudore raffreddo, finchè udii i tintinnii e lo scalpicciar dei fanti che si riordinavano in fila per la ripresa della marcia.

La discesa nel vallone opposto fu piena di emozioni egualmente.

Giù per sentieri scoscesi e sdrucciolevoli, per fratte nere dove il piede avanzava dubbiosamente, camminando senza parlare, attendevamo con ansia che la presenza del nemico non più lontano ci si rivelasse.