Kobilek: giornale di battaglia Frase: #120
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Una grande serenità, andava intanto subentrando alla diffusa apprensione;
cominciavo a veder le cose non più in quel modo fantastico, ma nella loro più semplice realtà, ed anche potei abbandonarmi a una pacata contemplazione del superbo spettacolo che avevo davanti.
La luna a una cert’ora s’era levata illuminando la valle che la sua luce, svariata da quella di alcuni riflettori nostri e nemici, di fondo all’orizzonte dalle vette dei monti intorno, faceva parere più ampia.
Appoggiato a un parapetto di sacchetti a terra, vedevo la boscaglia digradare dalla trincea alla valle, con il monte Kobilek erto dall’altra parte, in faccia a me, e sul quale dovremo arrampicarci combattendo appena verrà l’ordine di avanzare.
Udivo in fondo al torrente Rohot, i colpi secchi dei picconi degli austriaci che lavoravano in fretta a qualche opera di rafforzamento, approfittando di quella mezza oscurità, e dell’ordine che abbiamo noi di non sparare se non provocati.
In quella falsa pace pensai più d’una volta alla mia possibile prossima morte per quei boschi, fra quelle rocce che intravedevo nel giro dei riflettori;
ma senza nessuno sgomento, ed anzi con un senso di dolcezza e di serenità che non saprei spiegare.