Kobilek: giornale di battaglia Frase: #140
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Lo rimproverai un poco, schernendolo per tanta pusillanimità che bisognava vincere in tutti i modi, al più presto.
Ma quella franchezza, quel terrore ridicolo, quella gioventù, mi empirono il cuore di tenerezza.
La guerra mi mostrò ancora il suo volto tragico, e non potendo, come avrei voluto, abbracciare e rimettere a dormire nella sua buca di terra quel fanciullo, rimasi accanto a lui a rincorarlo e consolarlo, a spiegargli il nessun pericolo di quel suo primo servizio, per tutta l’ora del suo turno.
Nell’andarmene, dissi al capoposto di fare in modo che nelle sere successive Pietracadella fosse comandato di vedetta più presto affinchè si abituasse a poco a poco a non temere la tetraggine delle ore estreme della notte.
Verso le due del mattino, l’amico Casati, facendo un giro di visita alla linea, venne a trovarmi al mio posto e parlammo con meraviglia degli anni passati, delle nostre passioni letterarie, dei più bei segreti della vita e dell’arte.
Alla luce del giorno, tutto ciò che in quella prima notte mi era parso lugubre e sinistro, mi si rivelò invece estremamente semplice e familiare.
Dove prima avevo visto precipizi bui e masse minaccevoli, scoprivo adesso piagge erbose, boschetti freschi di nocciuoli, di castagni, di betulle; rocce chiare, sentieri azzurrati d’ombre fini e mobili.