Voci della Grande Guerra

Kobilek: giornale di battaglia Frase: #165

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AutoreSoffici, Ardengo
Professione AutoreScrittore, pittore
EditoreVallecchi
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot206
N Pagine Pref
N Pagine Txt206
Parti Gold7-28 (22)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

Le stesse vedette spiano con più d’intensità le tenebre profonde del bosco, allarmate ad ogni più lieve fruscio o suono;

ma non riescono a sorprendere che la corsa di qualche animale notturno: il saltellìo di una lepre, gli stridi soffocati degli scoiattoli saltanti di ramo in ramo, il rosicchìo dei topi che vengono a mangiare i resti del rancio; o il verso monotono di un allocco in fondo alla valle.

Durante il giorno, i colleghi degli altri plotoni, i mitraglieri, vengono a visitare il capitano e me, e il più delle volte desiniamo insieme.

Sono bravi giovanotti, cordiali, gai, per niente paurosi nè fanfaroni, ma sereni nel loro semplice coraggio italiano.

E qui ancora in loro compagnia mi rendo conto, dopo un’esperienza di due anni di vita militare, di quanto sia ingiusto e vano il confinarsi, come ho fatto io, in un circolo di gente che fa il nostro proprio mestiere; fra artisti, poeti, filosofi, o sedicenti tali.

Questa guerra avrà insegnato a molti di noi, uomini partigiani, membri di élites discutibili, quanta umanità, bellezza, spontaneità di vita e di sensi si trovi oltre i nostri confini artificiali, fra i componenti, poco vistosi ma non per questo meno degni, di quella massa che è poi quasi tutta l’umanità e che noi battezziamo in blocco e con disprezzo: borghesia:

Ci sono poi delle figure caratteristiche fra questi colleghi: