Kobilek: giornale di battaglia Frase: #167
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Durante il giorno, i colleghi degli altri plotoni, i mitraglieri, vengono a visitare il capitano e me, e il più delle volte desiniamo insieme.
Sono bravi giovanotti, cordiali, gai, per niente paurosi nè fanfaroni, ma sereni nel loro semplice coraggio italiano.
E qui ancora in loro compagnia mi rendo conto, dopo un’esperienza di due anni di vita militare, di quanto sia ingiusto e vano il confinarsi, come ho fatto io, in un circolo di gente che fa il nostro proprio mestiere; fra artisti, poeti, filosofi, o sedicenti tali.
Questa guerra avrà insegnato a molti di noi, uomini partigiani, membri di élites discutibili, quanta umanità, bellezza, spontaneità di vita e di sensi si trovi oltre i nostri confini artificiali, fra i componenti, poco vistosi ma non per questo meno degni, di quella massa che è poi quasi tutta l’umanità e che noi battezziamo in blocco e con disprezzo: borghesia:
Ci sono poi delle figure caratteristiche fra questi colleghi:
l’aspirante Borgo, per esempio, giovanottone piemontese, tutto cordialità e ingenuità, pronto a qualunque incarico, un poco esaltato dall’avventura guerresca, e di cui è difficile dire se agisca con un tal quale eroismo o con una candida incoscienza.
Il lato carratteristico della sua natura è che anela di menar le mani a ogni costo.