Voci della Grande Guerra

Il nostro soldato: saggi di psicologia militare Frase: #82

Torna alla pagina di ricerca

AutoreGemelli, Agostino
Professione AutoreMedico, religioso
EditoreTreves
LuogoMilano
Data1917
Genere TestualeSaggio
BibliotecaUniversity of Illinois Library (Internet Archive)
N Pagine TotXII, 339
N Pagine Pref12
N Pagine Txt339
Parti Gold25-34 (10)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

Tutta la tecnica della guerra moderna culmina in un punto.

Dopo che il bombardamento ha preparato la via, abbattendo gli ostacoli artificiali con i quali il nemico ha reso insormontabili gli ostacoli naturali del terreno, dopo che l’artiglieria ha reso impotente o almeno in parte paralizzata l’artiglieria nemica, dopo che essa ha tagliate le vie di comunicazioni del nemico in modo da rendere difficili o lente le trasmissioni degli ordini e il trasporto dei rincalzi e dei rifornimenti, dopo che tutto questo enorme lavoro di preparazione è stato compiuto, nell’istante che colui che ordina l’azione ha giudicato in precedenza culminante ed anche opportuno per il fatto della sorpresa che desterà, incomincia l’opera della fanteria.

A volte l’opera di preparazione dell’artiglieria è stata così perfetta e così completa che il còmpito della fanteria è reso assai facile.

Ad un certo momento essa può uscire dalla trincea, correre alla trincea nemica già abbandonata, occuparla e rafforzarsi in essa tranquillamente senza gravi pericoli.

Ma per lo più il compito è tutt’altro che facile.

Quando il pericolo d’ogni parte insidia il nostro umile fante, egli deve uscire dalla trincea, cogliere il frutto dell’opera altrui;

senza di lui il frutto, per quanto maturo, non può essere staccato.