Voci della Grande Guerra

Il nostro soldato: saggi di psicologia militare Frase: #108

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AutoreGemelli, Agostino
Professione AutoreMedico, religioso
EditoreTreves
LuogoMilano
Data1917
Genere TestualeSaggio
BibliotecaUniversity of Illinois Library (Internet Archive)
N Pagine TotXII, 339
N Pagine Pref12
N Pagine Txt339
Parti Gold25-34 (10)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

Ora nel momento nel quale — o demoralizzando la truppa con uno di quei bombardamenti che furono appunto chiamati di abbrutimento, ovvero con l’uccisione d’un capo — il nemico ha tentato di rompere il legame che unisce gli elementi di quella truppa, ciascun individuo è combattuto da una opposta tendenza;

per l’una egli è condotto ad agire in conformità al piano d’azione che i capi si sono prefissi ed unisce i suoi sforzi a quelli dei suoi compagni;

d’altra parte egli è condotto invece a seguire le sue tendenze profonde, i suoi interessi.

In questo conflitto di tendenze, da una parte è spinto ad esporsi, a fare il suo dovere;

dall’altra è spinto a nascondersi in una buca, a sottrarsi al pericolo, a porsi in qualche modo al riparo, a restare inattivo.

Nell’istante nel quale la volontà (che suppone una coordinazione gerarchica con subordinazione di tutti gli elementi psicomotori, riflessi, desiderî, ragionamenti) dovrebbe essere tutta tesa nella realizzazione dello scopo, le emozioni vengono a turbarne il meccanismo d’azione, offuscando nella coscienza gli elementi che la stimolano ad esercitarsi.

Ad esempio, i soldati vedono cadere il loro ufficiale;