Il nostro soldato: saggi di psicologia militare Frase: #117
Autore | Gemelli, Agostino |
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Professione Autore | Medico, religioso |
Editore | Treves |
Luogo | Milano |
Data | 1917 |
Genere Testuale | Saggio |
Biblioteca | University of Illinois Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | XII, 339 |
N Pagine Pref | 12 |
N Pagine Txt | 339 |
Parti Gold | 25-34 (10) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
In questi ed in consimili casi la paura, ossia una emozione, rompe il legame tra gli elementi psicomotori (la immagine dell’atto da compiere, la ragione che ne dimostra l’utilità, i sentimenti che coloriscono questo stato d’animo, ecc.), e la decisione volontaria, per la quale il soldato compiva ciò che in quel momento doveva apparire ragionevole, ossia esporsi, combattere, ecc., ubbidisce, invece ad automatismi d’origine subcosciente;
si nasconde, cerca di salvarsi, sottraendosi alla minaccia del pericolo.
In questo momento basta la parola o un gesto risoluto d’un ufficiale, l’esempio d’un compagno, a scuotere il soldato dallo stato d’animo nel quale si trova, a richiamarlo alla realtà.
Ritorniamo al momento che stavamo analizzando.
Il soldato, ancora nascosto nel suo ricovero, nella sua trincea, deve esporsi per avanzare, per andare all’assalto.
Il soldato conosce tutti i gesti che deve compiere;
li ha imparati;