Voci della Grande Guerra

Il nostro soldato: saggi di psicologia militare Frase: #132

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AutoreGemelli, Agostino
Professione AutoreMedico, religioso
EditoreTreves
LuogoMilano
Data1917
Genere TestualeSaggio
BibliotecaUniversity of Illinois Library (Internet Archive)
N Pagine TotXII, 339
N Pagine Pref12
N Pagine Txt339
Parti Gold25-34 (10)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

Tutto questo ho voluto brevemente accennare per dimostrare come l’atto dominante e più importante nella guerra attuale, ossia l’uscire d’un balzo dalla trincea per correre all’assalto, è il risultato di un complesso di processi psichici: di emozioni, di sentimenti, di decisioni volontarie, di automatismi, d’immagini, di ragionamenti.

Per rendersi conto del meccanismo d’un atto così complesso, bisogna adunque rifarsi più addietro; prendere il soldato nel momento nel quale pone piede per la prima volta nella trincea e seguirlo giorno per giorno sino al momento dell’assalto.

E qui si impone una divisione nell’oggetto della nostra analisi.

Ho accennato che il soldato riesce a far tacere in sè l’istinto di conservazione e a compiere ciò che è in opposizione con esso grazie ad una trasformazione della sua personalità, trasformazione che si opera lentamente in lui e che rende logico quello che prima era illogico e rende facile ciò che prima era difficile.

Conviene adunque studiare in primo luogo il soldato nella vita di trincea, ossia in quel periodo di preparazione grazie al quale trasforma la sua personalità (e questo farò nel presente capitolo).

Ma poi bisogna studiare il soldato in quel periodo nel quale realmente combatte, ossia nell’assalto (e questo farò nel capitolo terzo).

E, poichè la formazione di una nuova personalità è il frutto di un lavorìo lento dovuto all’azione di vari fattori, bisogna, prima d’ogni cosa, stabilire il fatto di questa trasformazione della personalità ed indagarne le cause e gli effetti.