Voci della Grande Guerra

Con me e con gli alpini. Primo quaderno Frase: #70

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AutoreJahier, Piero
Professione AutoreScrittore, poeta
EditoreLibreria della Voce
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot192
N Pagine Pref
N Pagine Txt192
Parti Gold[58-83] + [5-57] + [84-194]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Bortoluzzi di come approfittava il todesco di noialtri italiani «che avém la passión de lavorar forte» che fissava a contratto quel tanto di scavo, ma poi, quand’era il momento di pagare si ritirava:

«avete lavorato troppo voialtri taliani» e di quando si sorte dalla mina che si dura tanto a sputar la pussièra;

e di malattie: De Demo boscaiolo, quando lo colse in capanna la polmonite, che bisognava camminar tutto un giorno per trovare la prima casa; col polmone che ardeva.

Abbiam parlato dei vizi del montanaro:

del barba che se si svegliava senza al mattino, era buono di far 3 ore di strada per andar a tor il tabacco da fiuto, sennò la falce non gli lavorava bene;

— e della falsa consolazione del vino (ma di questo non ne voglion sapere).

— E che è vero che quei baccani todeschi consumano più di noi e spendono tutti i loro denari anche prima di averli guadagnati e se si sposano si montano una casa grande, tutto debito da pagare, e non rinunziano mai a nulla di comodo e di piacere (per questo fanno la guerra, spiego).