Voci della Grande Guerra

Con me e con gli alpini. Primo quaderno Frase: #202

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AutoreJahier, Piero
Professione AutoreScrittore, poeta
EditoreLibreria della Voce
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot192
N Pagine Pref
N Pagine Txt192
Parti Gold[58-83] + [5-57] + [84-194]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

«le calcagna unite sulla stessa linea, le punte dei piedi egualmente aperte e distanti fra loro quanto è lungo il piede, le ginocchia tese senza sforzo, il busto a piombo, il petto aperto, le spalle alla stessa altezza, le braccia pendenti, le mani naturalmente aperte con le palme rivolte verso le cosce, le dita unite col pollice lungo la costura laterale dei pantaloni, la testa alta e diritta, lo sguardo diretto avanti»:

La posizione di attenti è la negazione della sua vita.

Somacal vorrebbe essere buon soldato, perchè è un mestiere che consiste nel passeggiar col fucile e vi passano la minestra il pane e il vestito come agli altri tale e quale, (lui che non gli toccava che resti quand’era in squadra operaia), ma il suo corpo tutte queste cose non le può fare.

Prova l’attenti;

prova il saluto;

ma quando gli pare di esser riuscito, la mano non resiste più a mantenersi tesa, le ginocchia cominciano a tremare (vieni presto, caporale, a verificare) e quando il caporale arriva a lui, tutto ha ceduto.

È tornata la posizione di manovale.