Delenda Austria Frase: #21
Autore | Salvemini, Gaetano |
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Professione Autore | Intellettuale, storico, politico |
Editore | F.lli Treves |
Luogo | Milano |
Data | 1917 |
Genere Testuale | Discorsi |
Biblioteca | Biblioteca Polo Umanistico Università degli Studi di Salerno |
N Pagine Tot | 58 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 58 |
Parti Gold | [15-30] [1-14] [31-58] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
— Salvo che non si tratti di frammenti territoriali di scarsa estensione, il resultato di siffatte conquiste sarebbe che i conquistatori non avrebbero conquistato che gravissime difficoltà nella loro amministrazione interna, per governare questi sudditi di altra lingua e di altra mentalità.
E anche ammesso che col tempo queste provincie si lasciassero snazionalizzare, i tedeschi superstiti in una Germania, fosse pure diminuita, sarebbero sempre abbastanza numerosi per mettere a rischio la sicurezza di tutti i vicini.
Parlano alcuni di sciogliere la Confederazione germanica, «ritornando al Trattato di Westfalia», cioè al 1648, quando la Germania fu sminuzzata in 300 Stati sovrani, aventi il diritto anche di guerreggiarsi.
— Ma queste sono illusioni fanciullesche.
— Anche ammesso che nel Trattato di pace fosse resa obbligatoria la fine della Confederazione, chi impedirebbe ai popoli dei singoli Stati di volere rimanere uniti:
chi impedirebbe ai principi di tenersi segretamente d’accordo, per marciare da capo insieme, alla prima occasione:
— Gli uomini politici dell’Intesa, che pubblicano questo genere di proposte fantastiche, si assumono una grande e non invidiabile responsabilità: