Voci della Grande Guerra

Delenda Austria Frase: #98

Torna alla pagina di ricerca

AutoreSalvemini, Gaetano
Professione AutoreIntellettuale, storico, politico
EditoreF.lli Treves
LuogoMilano
Data1917
Genere TestualeDiscorsi
BibliotecaBiblioteca Polo Umanistico Università degli Studi di Salerno
N Pagine Tot58
N Pagine Pref
N Pagine Txt58
Parti Gold[15-30] [1-14] [31-58]
Digitalizzato Orig
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Il caso di Cesare Battisti è il caso di tutti gli uomini più eminenti e più rappresentativi di tutte le nazioni non tedesche e non magiare dell’Austria.

Dopo tante infamie, dopo tanto sangue selvaggiamente sparso, il parlare dell’Austria-Ungheria quasi che altro non sia mai stata se non una Svizzera e una Confederazione nord-americana, il parlare dell’Austria-Ungheria come d’un prossimo possibile paradiso di popoli liberi ed eguali, è uno scherzo di cattivo genere.

E bisognerebbe che il nostro paese fosse troppo profondamente ammalato di nostalgie germaniche, perché illusioni di questo genere potessero trovar seguito fra noi, mentre la parte migliore della nostra gente lotta e muore alla frontiera, convinta che questa sia una guerra fatta sul serio, e non col sottinteso di ritornare non appena sia possibile alle antiche alleanze.

VI.

Verso la crisi finale.

Se noi esaminiamo la carta della guerra qual’è in questo momento, e supponiamo che essa debba rimanere come carta della pace, noi dobbiamo riconoscere che il programma territoriale del pangermanismo si potrebbe ritenere quasi pienamente realizzato, dal Mare del Nord alla Mesopotamia, fra la Russia e la Francia, fra il Mar Nero e l’Adriatico.

Ma la Germania si trova nella impossibilità di conservare senza contestazioni il frutto della presente situazione militare.