Delenda Austria Frase: #124
Autore | Salvemini, Gaetano |
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Professione Autore | Intellettuale, storico, politico |
Editore | F.lli Treves |
Luogo | Milano |
Data | 1917 |
Genere Testuale | Discorsi |
Biblioteca | Biblioteca Polo Umanistico Università degli Studi di Salerno |
N Pagine Tot | 58 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 58 |
Parti Gold | [15-30] [1-14] [31-58] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Su questo terreno l’Intesa si trova in condizioni assai migliori della Germania.
Perché il nostro stato economico è incomparabilmente meno disagiato.
E se la Germania è militarmente meglio organizzata, più enorme è anche lo sforzo, che essa deve fare, non solo per battersi con tanti nemici, ma anche per supplire alle insufficienze dei suoi alleati.
E mentre la Germania è costretta a inseguire sempre nuovi successi militari per tener su le illusioni del suo popolo, a noi — per vincere — basta aspettare, con fede e tenacia in salda unione coi nostri Alleati, l’ora della crisi finale.
Ecco perché la propaganda sistematica di sfiducia e di depressione, che viene condotta in Italia da tutti gli agenti del neutralismo giolittiano, e che la maggioranza giolittiana della Camera favorisce abilmente con la sua complice passività, quando non applaude addirittura sotto i banchi, - ecco perché questa propaganda è oggi il migliore o meglio il peggiore servizio, che possa desiderare fra noi la Germania.
La propaganda, che facevano in Italia tutti i tedescofili e triplicisti impenitenti nella seconda metà del 1914 e nella prima metà del 1915, per impedire al nostro Paese l’intervento nella guerra, e ridurlo nelle condizioni della Grecia attuale, quella propaganda ha assunto ora un’altra forma: quella della recriminazione e del sospetto sistematico contro gli Alleati dell’Italia e specialmente contro l’Inghilterra.
Il neutralista di due anni or sono ha assunto oramai una nuova spoglia: la spoglia del patriota preoccupato e altamente geloso degli interessi del proprio Paese, il quale non discute più della necessità dell’intervento dell’Italia nella guerra, anzi è capace di proclamare che lui è stato sempre fermamente convinto di questa necessità, ed è capace di rinfacciare a molti interventisti di avere esitato nell’estate del 1914 prima di dichiararsi;