Voci della Grande Guerra

Delenda Austria Frase: #130

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AutoreSalvemini, Gaetano
Professione AutoreIntellettuale, storico, politico
EditoreF.lli Treves
LuogoMilano
Data1917
Genere TestualeDiscorsi
BibliotecaBiblioteca Polo Umanistico Università degli Studi di Salerno
N Pagine Tot58
N Pagine Pref
N Pagine Txt58
Parti Gold[15-30] [1-14] [31-58]
Digitalizzato Orig
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Il neutralista di due anni or sono ha assunto oramai una nuova spoglia: la spoglia del patriota preoccupato e altamente geloso degli interessi del proprio Paese, il quale non discute più della necessità dell’intervento dell’Italia nella guerra, anzi è capace di proclamare che lui è stato sempre fermamente convinto di questa necessità, ed è capace di rinfacciare a molti interventisti di avere esitato nell’estate del 1914 prima di dichiararsi;

ma non può non osservare e deplorare che il Governo abbia commesso molti errori, e specialmente si sia fidato troppo dei suoi Alleati.

Per l’ex-neutralista italiano l’alleato è quella cosa, che bisogna sempre svalutare, discreditare, sospettare, specialmente sospettare.

Il nemico, invece, è quella cosa, che bisogna sempre scusare, ammirare, temere, rimpiangere.

Bisogna sopratutto rimpiangerne l’alleanza; e proclamare che l’Italia non deve mai rompere del tutto i ponti verso il suo passato:

chè la Germania non ha neanche oggi nessuna inespiabile ostilità contro l’Italia.

Anche il Principe di Bülow nella edizione del 1916 della Germania Imperiale fa capire che coll’Italia la Germania deve cercare di tornare ad intendersi.