Con me e con gli alpini. Primo quaderno Frase: #357
Autore | Jahier, Piero |
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Professione Autore | Scrittore, poeta |
Editore | Libreria della Voce |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 192 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 192 |
Parti Gold | [58-83] + [5-57] + [84-194] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
perché tanti automobilisti azzimati che se la ridono del saluto;
perché incontri colleghi che ti capiscono turbato e per compassione (vedi che è questa la vera vita; entra dunque a farci compagnia in questa vera vita relativa), ti raccontano del Capitano che piangeva a dover ubbidire all’ordine di attaccare — a mezzogiorno allo scoperto — e prima di partire chiese perdono ai soldati;
e del generale U. che dopo aver ordinato 10 operazioni contro Son Pauses la mattina, prima di essere esonerato, ha preso in disparte il Capitano Dapino e gli ha detto testuale:
«Nè capità, ppè cortesia, no ppè sservizio pecch’io me n’aggi a i; ma chillo cazz de Son Pauses addò sta:»
E dicono:
non son soldati nostri;
non vale la pena;