Con me e con gli alpini. Primo quaderno Frase: #686
Autore | Jahier, Piero |
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Professione Autore | Scrittore, poeta |
Editore | Libreria della Voce |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 192 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 192 |
Parti Gold | [58-83] + [5-57] + [84-194] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
È la patria, la patria, la patria.
Ma non vedo nulla, se dico la patria.
La mia patria era questa caserma della fornace col suo fumaiolo morto che si riconosce di tanto lontano; e le mura di tavolato che ora cominciavano a diventar buone coll’aria tiepida a circolare; e il cortile con tutte le famiglie affacciate dove ho comandato la prima volta: AT-tenti, di dov’è uscita la prima volta la nostra fanfara.
E c’è una bambina cogli occhi di Gioietta uguali.
E questi uomini che ci sono entrati reclute goffe quella prima sera lontana e poi li ho visti annerire le scarpe e stingere l’aquila del fregio e bronzire il viso infierito e far croce di bastone e fucile per alleviare l’alto zaino di guerra tutto usato, tutto vissuto, tutto preparato.
E fare l’anima risoluta nella fede.
È stato difficile aggiungere alla loro vita grama l’idea della morte necessaria.