Perché la Germania non può vincere? Perché non l’abbiamo ancora vinta? Perché la vinceremo? Frase: #12
Autore | Salvemini, Gaetano |
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Professione Autore | Intellettuale, storico, politico |
Editore | s.n. |
Luogo | s.l. |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Discorsi |
Biblioteca | Biblioteca comunale di Livorno |
N Pagine Tot | 20 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 20 |
Parti Gold | 1-20 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
La resistenza accanita, che ha finora incontrata e che non sospettava, ha cominciato a guarirlo della sua malattia.
La sconfitta, a cui va incontro, porterà a termine la guarigione.
E sarà tanto più salutare quanto meno i professori tedeschi potranno cavillare sul carattere e sulla estensione d’essa, negando filosoficamente che sia stata una sconfitta, e definendola filosoficamente come una vittoria.
Ma anche la sconfitta a nulla servirebbe, se rimanesse sempre alla Germania una ragionevole speranza di rivincita a scadenza non molto lontana.
Solamente la visione permanente del proprio isolamento, in un mondo di forze nemiche invincibili e sempre pronte alla difesa e al castigo, potrà condurre gli spiriti pervertiti dall’adorazione della violenza a riconoscere il fallimento dell’antico ideale e la necessità di nuovi atteggiamenti morali.
Ora, prima condizione per la soluzione del problema dell’isolamento della Germania, è la demolizione totale dell’Austria-Ungheria.
Il tentativo di staccare l’Austria-Ungheria dalla Germania, a cui lavorarono lungamente l’Inghilterra e la Francia nel decennio che precedè la guerra, è oramai definitivamente fallito.