Perché la Germania non può vincere? Perché non l’abbiamo ancora vinta? Perché la vinceremo? Frase: #42
Autore | Salvemini, Gaetano |
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Professione Autore | Intellettuale, storico, politico |
Editore | s.n. |
Luogo | s.l. |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Discorsi |
Biblioteca | Biblioteca comunale di Livorno |
N Pagine Tot | 20 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 20 |
Parti Gold | 1-20 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Questo smembramento — ed è quel che più importa per la pace generale del mondo — è realizzabile senza che sorgano nuove cause di lotte, bensì con la liquidazione di moltissimi odii antichi, sol che si lascino funzionare liberamente quelle forze nazionali centrifughe, da cui è stato sempre più profondamente sconnesso, attraverso il secolo XIX, l’Impero degli Absburgo.
Giuseppe Mazzini, il grande idealista, il quale appunto come tutti i grandi idealisti ha avuto un istinto storico assai più squisito di tanti politici sedicenti «realisti» educatisi alla scuola del cinismo bismarckiano, — Giuseppe Mazzini ha avuto sull’Austria, quando l’Austria sembrava ancora destinata a sfidare i secoli, una intuizione originalissima, di cui oggi possiamo controllare la profetica genialità:
ha affermato che i destini dell’Austria sono intimamente connessi coi destini della Turchia, e la vita nuova d’Europa non sarebbe entrata nell’Impero turco senza sconnettere e demolire anche l’Impero d’Austria.
E, infatti, il problema austriaco e il problema della Turchia d’Europa ci si presentano oggi intimamente associati.
E la guerra per la successione d’Austria è anche una guerra per la successione della Turchia.
E le Potenze dell’Intesa nella nota a Wilson hanno dichiarato di volere raggiungere, insieme allo smembramento dell’Austria, la esclusione totale della Turchia dall’Europa.
Nè si tratta — badiamo bene — di semplici coincidenze fortuite ed esterne.