Perché la Germania non può vincere? Perché non l’abbiamo ancora vinta? Perché la vinceremo? Frase: #55
Autore | Salvemini, Gaetano |
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Professione Autore | Intellettuale, storico, politico |
Editore | s.n. |
Luogo | s.l. |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Discorsi |
Biblioteca | Biblioteca comunale di Livorno |
N Pagine Tot | 20 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 20 |
Parti Gold | 1-20 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Dinanzi a questa salda muraglia il fiotto ottomano si spezzò impotente, e via via durante il secolo XVIII e il secolo XIX si è ritirato stanco.
Cioè è venuta meno a poco a poco, coll’infiacchirsi e disorganizzarsi della Turchia, quella forza centripeta, che spingeva una volta verso Vienna tutte le popolazioni cristiane del Medio e Basso Danubio e dei territori circostanti.
Le forze nazionali centrifughe, acquistando attività e coscienza, hanno fatto procedere di pari passo, durante tutto il secolo XIX, il dissolvimento della Turchia e le crisi interne dell’Austria.
La guerra balcanica del 1912, mentre escludeva la Turchia quasi del tutto dalla penisola balcanica, conduceva alla massima violenza la crisi interna dell’Impero degli Absburgo.
La guerra attuale ha avuto fra le cause determinanti appunto il bisogno sentito dai tedeschi e dai magiari dell’Austria-Ungheria di risolvere con la violenza la crisi interna, che minacciava il loro dominio.
E in essa Austria e Turchia si rivelano, a sè stesse e all’Europa, elementi interdipendenti di un unico sistema di iniquità.
L’una si stringe all’altra, ed entrambe si appoggiano all’Imperialismo germanico.