Perché la Germania non può vincere? Perché non l’abbiamo ancora vinta? Perché la vinceremo? Frase: #64
Autore | Salvemini, Gaetano |
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Professione Autore | Intellettuale, storico, politico |
Editore | s.n. |
Luogo | s.l. |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Discorsi |
Biblioteca | Biblioteca comunale di Livorno |
N Pagine Tot | 20 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 20 |
Parti Gold | 1-20 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
E a mezzo secolo di distanza dalla morte di Mazzini, un altro grande idealista, condotto dalla guerra ad essere ministro del Re d’Italia, Leonida Bissolati, commemorando nell’ottobre scorso a Cremona Cesare Battisti, ha potuto nello stesso tempo ripetere il vaticinio di Mazzini e anticipare la pubblicazione ufficiale del programma dell’Intesa:
«Al barbarico militarismo prussiano, che fu il nido della orrenda congiura contro la pace, bisogna spezzare l’arma in pugno.
Quest’arma è l’Impero austro-ungarico.
Sinchè esiste quella compagine mostruosa, quello Stato che è la negazione e la compressione di tutte le nazionalità, che non siano la tedesca e la magiara, — la Germania imperiale potrà sempre allungare su di esso la mano per farsene arma, e valersi della sua enorme potenza per tornare alla riscossa.
Bisogna che il mostro dalle molte teste sia ucciso.
E dal suo corpo morto bisogna che balzino vive tutte le stirpi, che stanno dolorosamente comprese nella sua artificiosa unità:
e quali si ricongiungano alla stirpe madre, come gli italiani tridentini e adriatici, come i rumeni, come gli jugoslavi;