Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #33

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

All’olocausto non ci credeva essa, iersera, che pianse con i suoi occhi bugiardi per la mia partenza.

Anzi mi raccomandò di dedicarle la mia prima licenza, e di non tradirla lassù.

Ma lo teme un poco la vecia Vendramin, che dei suoi pensionanti già alcuni ha saputi morti nella guerra dell’alpe.

Questa è la vecia Vendramin, che da trent’anni è pietosa di cure e di cibi agli ufficiali alpini della guarnigione di Feltre, dai tempi in cui la parona era una bella fanciulla assai corteggiata dai sottotenenti d’allora.

Ahimè, oggi quei sottotenenti sono maggiori e colonnelli, la pancetta e gli occhiali: per alcuni ci si tocca le stellette.

E la parona è diventata una vecchietta linda e moralista, che fa le prediche ai più giovani quando rincasano tardi la notte, e si circonda d’ancelle abbastanza unte per essere rispettate, per quanto abbastanza naticute per essere pizzicate.

Non saranno le tue ancelle che mi turberanno la vigilia di guerra, parona.