Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #215

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Sull’altro lato della strada l’alpino, taciturno, guarda e non parla, appoggiato al bastone, «a guisa di leon quando si posa».

Capodanno 1916.

Buon augurio, la mattina, usciti dagli avamposti per la ricognizione, vedere di tra il nero degli abeti il rosso delle nevi sulle montagne che chiudono Trento.

Andiamo a cercare il ferito che ieri la pattuglia di Porro ha dovuto abbandonare:

una scarica improvvisa del nemico in imboscata, due morti subito, un altro con la gamba rotta, i tre rimasti sani ridotti a cavarsela la alla meglio.

Ma De Cet che aveva finto d’esser morto, ed era rimasto immobile lungo tempo, è rientrato alla sera a Malga Puisle, e ha raccontato che sotto a lui un cento metri c’era ancora il ferito che gli austriaci non han portato via.

L’ho trovato stamattina, De Cet, che dormiva ancora: