Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #217
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Buon augurio, la mattina, usciti dagli avamposti per la ricognizione, vedere di tra il nero degli abeti il rosso delle nevi sulle montagne che chiudono Trento.
Andiamo a cercare il ferito che ieri la pattuglia di Porro ha dovuto abbandonare:
una scarica improvvisa del nemico in imboscata, due morti subito, un altro con la gamba rotta, i tre rimasti sani ridotti a cavarsela la alla meglio.
Ma De Cet che aveva finto d’esser morto, ed era rimasto immobile lungo tempo, è rientrato alla sera a Malga Puisle, e ha raccontato che sotto a lui un cento metri c’era ancora il ferito che gli austriaci non han portato via.
L’ho trovato stamattina, De Cet, che dormiva ancora:
mi son fatto dire da lui come è andata la storia, me la racconta con poche parole, senza muoversi dal suo angolo, e finisco col dirgli di venire di pattuglia con me per mostrarmi il posto.
Rimescolio nella paglia, e una voce crucciosa borbotta: