Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #275

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

E in questa benedetta valle Sugana, il caporalmaggiore Ferracin non ha nessuna difficoltà a continuare la guerra fino alla consumazione di tutti gli austriaci, in questa felice valle Sugana che ha le cantine piene di vino e i granai colmi di mele odorose, e Monegat il rosso va di pattuglia con fiasco e sacchetto a terra, per riempirli.

E si combatte per paesi vuoti contro un nemico appostato dietro il muretto del cimitero o nel parco dell’albergo:

ma quando s’è finito di fare le schioppettate, giù in esplorazione nelle cantine del parroco di Santa Brigida, a sentire se il suo vino è più buono di quello del barone.

E questa è successa a Campari.

È stato stanotte, sotto un nevischio tranquillo, in appostamento al di là delle linee un’ora di strada, a Brustolai, una desolazione di case arse e devastate nella sassaia che vien giù dall’Armentera.

Il fiume oscuro taglia il bianco sudicio del suolo.

Di là il paese morto di Marter: