Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #323
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Veramente oggi si doveva riposare, adesso siamo a riposo.
Ma è il nostro mestiere, e che serve lamentarsene:
E quel che per gli altri soldati è una pena — quando gli abbiamo dato il cambio, stavan lì sudanti abbattuti sul sentiero, giubbe sbottonate, riluttanza agli ordini — per questi è un divertimento.
Gioia fisica, issare pezzi così pesanti su quella forcella per questo cristallo che nemmeno i muli ce la fanno, esercizio soddisfatto dei muscoli che non conoscono che lavoro da quando s’è nati, abeti e rocce e cielo vecchie conoscenze non hanno mai visto che fatica in questi figli della montagna e pare che a vivere fra queste cime non ci si senta bene se non faticando, e tanto amore dello sforzo e spregio del disagio che quando giuocano (nelle ore in cui c’è l’ordine di far nulla) si cazzottano da rompersi le tempie facendo il giuoco del civettino — proprio quello del quadro degli Uffizi.
Ferracin da la voce, il plotone aggrappato alle funi in uno strappo tira innanzi il bestione testardo.
Caro bestione sfrombolante che proteggerà la nostra avanzata:
Bonan, l’attendente di D’Incà, si dondola per la strada da Primolano a Feltre, un poco di vino nelle gambe e molto desiderio della famiglia che torna a rivedere dopo tanti mesi di guerra.