Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #568

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Hanno finito di fare la guerra, i veci, almeno in compagnia;

passano conducenti, ed è buon premio a questi uomini di quarant’anni che sono stati in prima linea un anno mentre i loro coetanei di fanteria con le pipe rosse gli insidiavano le mogli nei paesetti veneti allegri di vino.

E c’è il mio vecchio Prade fra essi, che si portò così bene con tanto spaghetto in corpo la notte di marzo;

e c’è Boschet che vidi partire da Feltre per la guerra il mese di luglio, ubriaco fradicio, e la moglie gli portava lo zaino e il bastone, e gli asciugava il sudore sulla fronte.

Si va lenti nel sole d’aprile per la strada frequente di case e di osterie;

i ragazzini accorrono petulanti e strillano al passaggio, le ragazze ridono maligne a quella sfilata di soldati coi capelli grigi.

Nella baracchetta, l’acqua calda ronza sulla stufa, e il saccopelo sulla branda slabbra il suo promettente biancore.