Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #627
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
lui non ha questa morte, come ho lo oggi fra me ed il mio coraggio.
La nuova stagione ha ancora, qui, i suoi colori invernali, bianco e nero ed azzurro:
e spesso poi si cruccia con noi ed un malinconico inverno di nebbia le dà il cambio, costringe gli occhi delle vedette a farsi più acuti, si perpetua in certe vallette o in certi cavi dei monti.
Ma oggi che magglo s’ingramaglia per noi di nebbie straccione, la primavera è venuta con un mazzo di fiori che Deòn il conducente ha infilato fra le orecchie di Rondél.
Buon dì, muletto capriccioso, e buono il saluto dei fior che puzzano di basto e di stallìo, ma hanno i colori del piano:
Ed ecco la nebbia s’apre, e brilla laggiù lo smeraldo della valle, umido come gli occhi bugiardi di lei.
La mattina ilare si beve con abbandono il sole, barbaglii di luce traboccano sopra il cristallo delle montagne.