Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #878
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Il cielo non ha colore, non ha ora — un perpetuo crepuscolo fuma dal suolo e ondeggia basso dalle nuvole.
In marcia verso posizioni di montagna ignote, senza un reticolato, senza un elemento di trincea, donde contendere il passo al nemico che dilaga.
Salendo si ritrova un nevicare largo e senza vento, che aduna un’uguale desolazione sul suolo, fascia l’animo in un uguale rimpianto di luce e di caldo.
E questo pugno grigio di uomini perduti sull’enorme dosso nevoso, nel crepuscolo di tempesta, sono i tuoi difensori, Italia.
Fra le tue blandizie primaverili e l’avidità del nemico non ci sono che questi sbrindellati, Italia che maturi ora le ciliege rosse nel sole e sebbene il pericolo batta alle porte te ne freghi un poco, e le tue fanciulle spingono i piccoli seni novelli fuori e gli esonerati si comperano il cappello di paglia.
Fiorite sicure in pace, fanciulle italiche, e ricercate sicuri nella tarda notte il vostro letto, imboscati.
Arrotondino la pancia senza tremare i fornitori che ci hanno mandato queste bombe che non scoppiano e queste scarpe che scoppiano da tutte le parti.