Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #936
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ed ecco balenò d’improvviso il sole;
s aprirono alla vista le più lontane montagne lavate dalla pioggia, le montagne di Feltre violacee e turchine;
e dietro brillavano i fiumi del piano, le case del piano s’accendevano nel mattino.
Così soave si offriva la dolce Italia ai suoi difensori, così canzonatoria rideva agli occhi stupiti dei prigionieri.
I soldati si buttano per il bosco a cercare i morti, gli portano via le belle scarpe nuove.
La notte discende presto con neve, tormenta che ci fruga sotto la giubba fradicia, ci frusta in grandine fina sul viso.
Siamo turgidi d’umido, la fame affloscia il ventre vuoto dove danza la mezza scatoletta insipida.