Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1067

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Si pensa dove alberghino, in quell’epa agiata, i più sacri affetti.

Forse i più sacri affetti sono lo zucchero che oggi gli misurano, la veglia notturna a caffè che un decreto del prefetto gli tronca troppo presto, i bagni di mare al lido che i velivoli nemici gli turbano.

Santo Dio, anche per le tranquille digestioni di questi cittadini combattono i miei scarponi, lassù.

(Stamane da Bassano che tamburellante insistenza di bombardamento su verso le cime, verso Castelgomberto e Monte Fior:).

Sì.

E anche per quel sergentino lucido della Croce Rossa dell’angolo, che se amasse la sua patria sarebbe un sergentaccio di fanteria, scalcinato e magro, — e poi non sarebbe qui: sarebbe in tradotta.

E anche per il giacchettino borghese del mezzo, a cui i bagordi ed i vizî prepararono il petto deficiente che lo fece scartare alla visita medica, ma liscia con cura i capelli lunghi sulle orecchie e legge la guerra attraverso la interpretazione di Guido da Verona («Oggi cantano le belle mitragliatrici»).