Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1144

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

(PLATONE, Apologia).

Nel pomeriggio caldo fluiscono i torrenti del disgelo, la montagna si spoglia del suo orpello di neve, asciuga al sole la pelle lucida e scabra;

e profonda la cima con linee nette nel cielo.

Ancora masticare la ràdica amara del rododendro, seduto sulla soglia della tenda passare in rivista la solennità delle vette dall’Adamello a Cima Mandriolo.

La vedetta appoggiata con abbandono al muricciuolo di sassi s’intona così perfettamente al bruno delle rocce che ne pare una necessaria integrazione.

L’anima della montagna fluisce in lui da quel contatto primitivo e rude:

la guerra è in lui una nuova legge di rocce di neve di cielo che non sa bene donde venga, ma che subisce con serenità come la tormenta e la nevicata.