Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1245

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Perché se lui dice che si stava male, doveva essere un inferno lassù.

Sotto la pioggia densa, nella notte oscura come un sotterraneo, per sentieri vertiginosi (si va tastando la roccia, ma un mulo è tombolato giù per la montagna e s’è fracassato là sotto);

poi nell’alba chiarita a vista d’un velo di neve sulle cime più alte, per boschi trepidi teneri, fra un crosciar d’acque schiumanti;

su per una ripa da bestie verso la nuova sede di combattimento, verso il truculento Cauriòl — a dare il cambio ai territoriali del Val Brenta che ieri hanno visto le streghe, lassù, ma, ostia, il Cauriòl l’hanno tenuto.

S’arriva a notte sotto la pioggia.

Verso l’alba mi appoggio, affranto, alle ginocchia di un alpino che mi trovo sotto mano, e m’addormento.

Dopo poco mi sveglio intirizzito e scuoto violentemente il corpo disteso ed immobile del soldato.