Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1317
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ma i suoi occhi sono sempre vivi, e sbarrati — no, non sono io che t’ho ucciso:
Non sono io che t’ho ucciso, e poi perché, s’eri medico, cacciarti fra le file all’attacco nottumo:
Avevi una tenera fidanzata che ti scriveva delle lettere bugiarde, forse, ma così consolatrici, e tu le tenevi nel portafogli.
Brustolon te l’ha tolto, il portafogli, la notte che t’hanno ammazzato.
Abbiamo visto anche il suo ritratto (bellina — ma c’è stato chi ha fatto del commenti sconci), e la fotografia del tuo castello, e tutte le cianfrusaglie care che tenevi là dentro;
un mucchietto nel mezzo, e noi attorno, stretti nel ricovero, lieti di aver respinto l’attacco, con un fiasco per premio alla buona fatica.
Tu eri morto da così poco, ed eri già nulla, più nulla, massa grigia destinata a puzzare rannicchiata contro la roccia;