Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1356
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
E ogni giorno Da Rui aumenta il suo bottino di bossoli da 152 e di corone da 321 che vende per cinque lire ai capitani della Divisione che arrivano fino al Comando di battaglione) — nelle pause dunque del bombardamento i buoni alpini ridivengono i minatori, gli scalpellini, i carpentieri del tempo di pace.
Cunicoli serpeggiano già dentro la montagna, ogni plotone si fa il suo;
baracchette sorgono, pensili gabbie aggrappate alla roccia, terrazzini vertiginosi da cui spiare l’arrivo della corvè.
E chi dice che noi facciamo a meno del Genio:
Se non ci fosse la compagnia del Genio accantonata al margine del bosco, a chi rubare gli strumenti da lavoro:
E grazie al lavoro febbrile, già le perdite sono minori.
Esaminano gli specchietti quotidiani in fondo valle, ai grandi Comandi, e pensano che siamo ancora buoni per un’azione.