Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1500
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
La storia del soprannome è d’assai più antica.
Da allora ha intrecciato ai suoi baffi di bel furiere molti fili bianchi, bianchi come i peli della coda di Tomàtico con cui il conducente s’è fatta la catenina da orologio, bianchi come le chiome di Pupo, il più canuto alpino dell’esercito italiano.
E c’entra la donna.
E se la narrassi, il buon Edoardo non mi manderebbe più su la grappa.
E poi mi condurrebbe fuori di strada, chè novellare di donne è troppo tentante cosa nelle sere di veglia, e le fantasie s’accorano di tenerezze bionde, e ognuno persegue nei camminamenti del suo cuore una traccia odorosa di ricordi.
Edoardo il Temerario, adunque, nel florido giugno dell’anno di guerra millenovecentoquindici si dirigeva solo, moschetto a tracolla, verso il paese di Imèr, che nei verdissimi pascoli della valle Cismon s’apre sotto un blando fluire di sole, Imèr dall’aulico nome latino.
Tonadìco, Transaqua segnano più a settentrione, con i loro nomi, altri ricordi intatti di latinità.