Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1553

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

e s’affrettò laggiù dove la valle si restringe attorno al Cismon impetuoso, verso le retrovie sicure dove le linee di occupazione sono chiaramente definite:

le retrovie dei forni e dei magazzini, degli ospedali e dei saggi furieri che non hanno fisime eroiche per il capo.

Credersi autorizzato a concludere a questo punto che Edoardo il Temerario si è mostrato men degno di portare le verdi fiamme degli alpini, vuol dire concludere con troppa precipitazione.

Più volte, da quel giorno, Edoardo fu bravamente al fuoco;

sgombrò materiali sotto il bombardamento, salì al comando del battaglione nelle giornate calde, che lo si vedeva dal basso avvolto dalle nubi delle granate.

Degno è che sul cappello porti l’aquila e la penna;

degno è che sulla sua giubba siano le fiamme, verdi come i pascoli della valle Cismon, biforcute come le forcellette precipitose da cui spiano le vedette impellicciate.