Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1646
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
un presente che si prolunga uguale come una sciata su pendii agevoli, e la baracchetta illuminata dalla candela piantata nel collo del fiasco, odorosa di tavole umide, è la meta definitiva alla nostra ansia di i
Per farci perdonare le bestemmie, abbiamo costruita al cappellano una chiesetta fra gli abeti, tutta odorosa di tavole liscie, il tetto con lo sgrondo ricamato, e sull’altare in quadro i nomi dei nostri morti.
Ma la messa di Natale l’ha detta sotto la cima, mentre nevicava un poco e la nebbia ci copriva dai cecchini.
Anche le montagne di casa nostra ci nascondeva la nebbia, e Cima d’Asta, e la valle;
tutto era così lontano, infinitamente lontano, la patria, la famiglia, gli amici, tutti li sentivamo assenti troppo dal nostro cuore intirizzito, che oggi non ci crede più.
Non c’è che il buon Dio con noi, in questo esilio di ghiaccio.
Preghiamo il buon Dio che ci difenda, che faccia di rimandarci a casa sani visto che siamo in fondo dei buoni ragazzi, e se proprio non è possibile, ci dia la buona morte di Morandi e di Monegat che non hanno avuta agonia.