Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #228
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
poi, quando la sarà finita, raccatterà quelli che saranno ancora buoni per un’altra volta e li rinsaccherà.
Bisogna arrangiarsi, finché non tocchi anche a noi lo sbrendolo nella pancia, visto che il corpo non mette superbia a far l’eroe, come dicono laggiù, e non rinuncia a nessuna delle sue bisogne.
Rubiamo le scatolette di carne ai morti, beviamo alla borraccia dei morti, ci facciamo dei morti parapalle e scaldapiedi.
Barro si leva un poco per sfibbiarsi i pantaloni, del resto rimane fra noi, sarebbe buffo che andasse a cercare una palla per far del pudore.
E le giberne le ha appese a questa tibia nuda che spunta fuori della roccia, ossame dell’anno passato.
Ed è passata anche la terza notte e la quarta giornata della battaglia.
A sera la mitezza del tramonto, nella tregua della tregenda, vince anche questo orrore.